Gioacchino Rossini The Barber of Seville Lyrics

ATTO I
Scena 1

FIORELLO
Piano,
pianissimo, senza parlar,
tutti con me venite qua.

MUSICI
Piano, pianissimo, eccoci qua.

FIORELLO
Tutto è silenzio;
nessun qui sta che i nostri
canti possa turbar.

CONTE
Fiorello Olà

FIORELLO
Signor, son qua.

CONTE
Ebben! gli amici?

FIORELLO
Son p___ti già.

CONTE
Bravi, bravissimi!
Fate silenzio;
piano, pianissimo,
senza parlar.

MUSICI
Piano, pianissimo, senza parlar.
FIORELLO
Senza parlar...

CONTE
Ecco, ridente in cielo
spunta la bella aurora,
e tu non sorgi ancora
e puoi dormir così?
Sorgi, mia dolce speme,
vieni, bell'idol mio;
rendi men crudo, oh Dio,
lo stral che mi feri.
Oh sorte! già veggo
quel caro sembiante;
quest'anima amante
ottenne pietà.
Oh istante d'amore!
Felice momento!
Oh dolce contento,
che eguale no non ha!
Ehi, Fiorello!

FIORELLO
Mio Signore!

CONTE
Dì, la vedi?

FIORELLO
Signor no.

CONTE
Ah, ch'è vana ogni speranza!

FIORELLO
Signor Conte, il giorno avanza.

CONTE
Ah! che penso! che farò?
Tutto è vano buona gente!

MUSICI
Mio signor

CONTE
Avanti, avanti.;
più di suoni,
più di canti, più si suoni.
Io bisogno ormai non ho.

FIORELLO
Buona notte a tutti quanti,
più di voi che far non sò.
Buona notte a tutti quanti,
più di voi che far non sò.

MUSICI
Mille grazie, mio signore
del favore, dell'onore
Ah, di tanta cortesia,
obbligati in verità!
Oh, che incontro fortunato!
È un signor di qualità!

CONTE
Basta, basta,
non parlate, ma non serve,
non gridate!
Maledetti, andate via!
Ah, canaglia, via di qua!
Tutto quanto il vicinato
questo chiasso sveglierà.

FIORELLO
Zitti, zitti
che rumore! Maledetti!
Via di qua!
Ve', che chiasso indiavolato!
Ah, che rabbia che mi fa!
Maledetti, andate via,
ah, canaglia, via di qua!

CONTE
Gente indiscreta!

FIORELLO
Ah, quasi con quel
chiasso importuno,
tutto quanto il quartiere
han risvegliato.
Alfin sono partiti!

CONTE

E non si vede! È inutile sperar.
(Eppur qui voglio
aspettar di vederla.
Ogni mattina ella su quel balcone
a prender fresco
viene sull'aurora.
Proviamo.)
Olà, tu ancora ritirati,
Fiorel.

FIORELLO
Vado.
Là in fondo attenderò
suoi ordini

CONTE
Con lei se parlar mi riesce,
non voglio testimoni.
Che a quest'ora
io tutti i giorni qui vengo per lei
dev'essersi avveduta.
Ah, vedi, amore
a un uomo del mio rango
come l'ha fatta bella!
Eppure, eppure! Oh!
dev'essere mia sposa...

FIGARO

La, la, la, la.

CONTE
Chi è mai quest'importuno?
Lasciamolo passar;
sotto quegli archi,
non veduto,
vedrò quanto bisogna;
già l'alba appare,
e amor non si vergogna.

FIGARO
La ran la lera, la ran la la.
La ran la lera, la ran la la.
Largo al factotum
della città,
largo!
La ran la, la ran la,
la ran la, la!
Presto a bottega
che l'alba è già, presto!
La ran la, la ran la,
la ran la, la.
Ah, che bel vivere,
che bel piacere,
per un barbiere di qualità,
di qualità!
Ah, bravo, Figaro,
bravo, bravissimo; bravo!
La ran la, la ran la,
la ran la, la.
fortunatissimo per verità!
La ran la, la ran la,
la ran la, la.
p___to a far tutto,
la notte, il giorno
sempre d'intorno in giro sta.
Miglior cuccagna per un barbiere,
vita più nobile, no, non si dà.
La, la ran la,
la ran la, la ran la.
Rasori e pettini,
lancette e forbici,
al mio comando tutto qui sta.
V'è la risorsa poi del mestiere
colla donnetta, col cavaliere.
Ah, che bel vivere,
che bel piacere
che bel piacere
per un barbiere di qualità,
di qualità
Tutti mi chiedono,
tutti mi vogliono,
donne, ragazzi,
vecchi, fanciulle.
Qua la parrucca...
Presto la barba...
Qua la sanguigna,
presto il biglietto!
Figaro, Figaro, Figaro, Figaro!
Ahimè!, ahimè! Che furia!
Ahimè!
Che folla!
Uno alla volta, per carità!
Figaro! Son qua
Ehi Figaro! Son qua.
Figaro qua, Figaro là,
Figaro qua, Figaro là,
Figaro su, Figaro giù,
Figaro su, Figaro giù!
p___to p___tissimo
son come il fulmine,
sono il factotum della città,
della città!
Ah, bravo Figaro,
bravo, bravissimo!
A te fortuna, a te fortuna,
a te fortuna
non mancherà.
La, la ran la, la ran la, la ran.
A te fortuna, a te fortuna,
a te fortuna
non mancherà!
Sono il factotum de la città!
Ah, ah! Che bella vita!
Faticar poco,
divertirsi a__ai,
e in tasca sempre
aver qualche doblone.
Gran frutto della mia riputazione.
Ecco qua: senza Figaro
non si accasa in Siviglia
una ragazza;
a me la vedovella ricorre
pel marito:
io colla scusa
del pettine di giorno,
della chitarra
col favor della notte, a tutti
onestamente,
non fo per dir,
m'adatto a far piacere.
Oh, che vita, che vita!
Oh, che mestiere!
Orsù, presto a bottega.
CONTE
(È desso, o pur m'inganno?)

FIGARO
(Chi sarà mai costui?)

CONTE
(Oh, è lui senz'altro!) Figaro!

FIGARO

Mio padrone. Oh, chi veggo!
Eccellenza!

CONTE
Zitto, zitto, prudenza:
qui non son conosciuto,
nè vo' farmi conoscere.
Per questo ho
le mie gran ragioni.

FIGARO
Intendo, intendo,
la lascio in libertà.

CONTE
No.

FIGARO
Che serve?

CONTE
No, dico: resta qua;
forse ai disegni miei
non giungi inopportuno
Ma cospetto, dimmi un po',
buona lana
come ti trovo qua?
Poter del mondo!
Ti veggo grasso e tondo.
FIGARO
La miseria, signore!

CONTE
Ah, birbo!

FIGARO
Grazie.

CONTE
Hai messo ancor
giudizio?

FIGARO
Oh! E come. Ed ella,
come in Siviglia?

CONTE
Or te lo spiego.
Al Prado vidi un fior di bellezza,
una fanciulla, figlia d'un
certo medico barbogio
che qua da pochi di s'è stabilito;
io, di questa invaghito,
lasciai patria e parenti,
e qua men venni,
e qui la notte e il giorno
passo girando
a que' balconi intorno.

FIGARO
A que' balconi? Un medico?
Oh cospetto!
Siete ben fortunato;
sui maccheroni
il cacio v'è cascato.

CONTE
Come?

FIGARO
Certo.
Là dentro io son barbiere,
parrucchier, chirurgo, botanico,
spezial, veterinario,
i1 faccendier di casa.

CONTE
Oh che sorte!
FIGARO
Non basta.
La ragazza
figlia non è del medico.
È soltanto la sua pupilla!

CONTE
Oh, che consolazione!

FIGARO
Perciò... zitto!

CONTE
Cos'è?

FIGARO
S'apre il balcone.

ROSINA
Non è venuto ancor. Forse...

CONTE

Oh, mia vita!
Mio nume! mio tesoro!
Vi veggo alfine, alfine...

ROSINA

Oh, che vergogna!
Vorrei dargli il biglietto

BARTOLO
Ebben, ragazza?
Il tempo è buono.
Cos'è quella carta?
ROSINA
Niente, niente, signor: son le parole
dell'aria dell'Inutil Precauzione.
CONTE

Ma brava...
Dell'Inutil Precauzione

FIGARO

Che furba!

BARTOLO
Cos'è questa
Inutil Precauzione?

ROSINA
Oh, bella!
È il t__olo del nuovo
dramma in musica.

BARTOLO
Un dramma! Bella cosa!
Sarà al solito
un dramma semiserio,
un lungo, malinconico,
noioso, poetico strambotto.
Barbaro gusto! secolo corrotto!

ROSINA
Oh, me meschina!
L'aria m'è caduta!
Raccoglietela presto.

BARTOLO
Vado, vado.

ROSINA
Ps... Ps

CONTE
Ho inteso.

ROSINA
Presto.

CONTE
Non temete.

BARTOLO

Son qua. Dov'è?

ROSINA
Ah, il vento l'ha portata via.
Guardate.

BARTOLO
Io non la veggo.
Eh, signorina, non vorrei...
(Cospetto!
Costei m'avesse preso!)

In casa, in casa, animo, su!
A chi dico?
In casa, presto!

ROSINA
Vado, vado. Che furia!

BARTOLO

Quel balcone
io voglio far murare
Dentro, dico.

ROSINA
Ah, che vita da crepare!

CONTE
Povera disgraziata!
Il suo stato infelice
sempre più m'interessa.

FIGARO
Presto, presto,
vediamo cosa scrive.

CONTE
Appunto. Leggi.

FIGARO

"Le vostre a__idue premure
hanno eccitata la mia curiosità .
Il mio tutore
è per uscir di casa;
appena si sarà allontanato,
procurate
con qualche mezzo ingegnoso
d'indicarmi il vostro nome,
il vostro stato
e le vostre intenzioni.
Io non posso giammai comparire
al balcone
senza l'indivisibile compagnia
del mio tiranno.
Siate però certo,
che tutto è
disposta a fare,
per rompere le sue catene,
la sventurata ROSINA."

CONTE
Sì, sì, le romperà.
Su, dimmi un poco:
che razza d'uomo è
questo suo tutore?

FIGARO
È un vecchio indemoniato avaro,
sospettoso, brontolone.
Avrà cent'anni indosso
e vuol fare il galante.
Indovinate?
Per mangiare
a Rosina tutta l'eredità
s'è fitto in capo
di volerla sposare.

Aiuto!

CONTE
Che?

FIGARO
S'apre la porta.

BARTOLO
Fra momenti
io torno.
Non aprite a nessuno.
Se Don Basilio
venisse a ricercarmi,
che m'aspetti.

Le mie nozze con lei.
meglio è affrettare
Sì, dentr'oggi
finir vo quest'affare.

CONTE
Dentr'oggi
le sue nozze con Rosina!
Ah, vecchio rimbambito!
Ma dimmi or tu:
chi è questo Don Basilio?

FIGARO
È un solenne
imbroglion di matrimoni,
un collo torto,
un vero disperato,
sempre senza un quattrino...
Già, è maestro di musica;
insegna alla ragazza.
CONTE
Bene, bene,
tutto giova saper.

FIGARO
Ora pensate
della bella Rosina
a soddisfar le brame.

CONTE
Il nome mio
non le vo' dir nè il grado.
a__icurarmi vo' pria
ch'ella ami me,
me solo al mondo,
non le ricchezze
e i t__oli
del conte d'Almaviva.
Ah, tu potresti...

FIGARO
Io? no, signore;
voi stesso dovete.

CONTE
Io stesso? E come?

FIGARO
Zi... zitto.
Eccoci a tiro, osservate:
per Bacco, non mi sbaglio.
Dietro la gelosia
sta la ragazza.
Presto, presto
all'a__alto, niun ci vede.

In una canzonetta così alla buona
il tutto spiegatele, signor

CONTE
Una canzone?

FIGARO
Certo. Ecco la chitarra;
presto, andiamo.

CONTE
Ma io...

FIGARO
Oh che pazienza!

CONTE
Ebben, proviamo.

Se i1 mio nome saper voi bramate,
dal mio labbro
il mio nome ascoltate.
Io son Lindoro che fido v'adoro,
che sposa vi bramo,
che a nome vi chiamo,
che a nome vi chiamo...
Di voi sempre
parlando così
dall'aurora
al tramonto del dì,
dall'aurora
al tramonto del dì.

ROSINA
Segui, o caro; deh, segui così.

FIGARO
Sentite. Ah! che vi pare?

CONTE
Oh, me felice!

FIGARO
Da bravo, a voi, seguite.

CONTE
L'amoroso e sincero Lindoro
non può darvi,
mia cara, un tesoro.
Ricco non sono,
ma un core vi dono,
un'anima amante
che fida e costante,
che fida e costante,
per voi sola sospira così
dall'aurora
al tramonto del dì,
dall'aurora
al tramonto del dì.
ROSINA
L'amorosa e sincera Rosina
del suo core
Lindo...

CONTE
Oh, cielo!

FIGARO
Nella stanza convien dir
che qualcuno
entrato sia. Ella si è ritirata.

CONTE
Ah cospettone!
Io già deliro avvampo!
Oh, ad ogni costo
vederla io voglio, vo' parlarle!
Ah, tu, tu devi aiutar.

FIGARO
Ih, ih, che furia!
Sì, sì, v'aiuterò.

CONTE
Da bravo: entr'oggi vo'
che tu m'introduca in quella casa.
Dimmi, come farai? via!
Del tuo spirito
vediam qualche prodezza.

FIGARO
Del mio spirito!
Bene... vedrò... ma in oggi

CONTE
Eh via! t'intendo.
Va là, non dubitar,
di tue fatiche
largo compenso avrai.

FIGARO
Davver?

CONTE
Parola.

FIGARO
Dunque, oro a discrezione?

CONTE
Oro a bizzeffe. Animo, via.

FIGARO
Son p___to.
Ah, non sapete i simpatici
effetti prodigiosi
che ad appagare
il mio signor Lindoro
produce in me
la dolce idea dell'oro.
All'idea di quel metallo
portentoso, onnipossente,
un vulcano la mia mente
già incomincia a diventar!

CONTE
Su, vediamo,
su vediam di quel metallo
qualche effetto,
qualche effetto sorprendente
del vulcano,
del vulcano della tua mente
qualche mostro,
qualche mostro singolar!

FIGARO
Voi dovreste travestirvi,
per esempio, da... soldato.

CONTE
Da soldato?

FIGARO
Sì, signore.

CONTE
Da soldato? e che si fa?

FIGARO
Oggi arriva un reggimento.

CONTE
Sì, è mio amico il Colonnello.
FIGARO
Va benon.

CONTE
Eppoi?

FIGARO
Cospetto!
Dell'alloggio col biglietto
quella porta s'aprirà.
Che ne dite, mio signore?
Non vi par? Non l'ho trovata?

CONTE, FIGARO
Che invenzione prelibata!
Bravo, bravo,
bella, bella,
in verità!

FIGARO
Piano, piano un'altra idea!
Veda l'oro cosa fa.
Ubbriaco sì, ubbriaco,
mio signor, si fingerà.

CONTE
Ubbriaco?

FIGARO
Sì, signore.

CONTE
Ubbriaco? Ma perchè?

FIGARO

Perchè d'un
ch'è poco in sè
che dal vino
casca già,
il tutor, credete a me,
il tutor si fiderà.

A DUE
Che invenzione prelibata!
Bravo, bravo,
bella, bella,
in verità!
CONTE
Dunque?

FIGARO
All'opra.

CONTE
Andiamo.

FIGARO
Da bravo.

CONTE
Vado.
Oh, il meglio
mi scordavo.
Dimmi un po', la tua bottega
per trovarti, dove sta?

FIGARO
La bottega? Non si sbaglia;
guardi bene; eccola là.

Numero quindici a mano manca
quattro gradini, facciata bianca,
cinque parrucche nella vetrina
sopra un cartello "Pomata fina".
Mostra in azzurro alla moderna,
v'è per insegna una lanterna
Là senza fallo mi troverà.

CONTE
Ho ben capito

FIGARO
Or vada presto.

CONTE
Tu guarda bene

FIGARO
Io penso al resto.

CONTE
Di te mi fido

FIGARO
Colà l'attendo.
CONTE
Mio caro Figaro...

FIGARO
Intendo, intendo.

CONTE
Porterò meco...

FIGARO
La borsa piena.

CONTE
Sì, quel che vuoi,
ma il resto poi.

FIGARO
Oh non si dubiti, che bene andrà.

CONTE
Ah,
che d'amore la fiamma io sento,
nunzia di giubilo e di contento!
D'ardor insolito
quest'alma accende
e di me stesso maggior mi fa.

FIGARO
Delle monete il suon già sento!
L'oro già viene, eccolo qua!
Viene l'argento,
eccolo in tasca scende,
eccolo qua!

FIORELLO
Evviva il mio padrone!
Due ore, ritto in piè,
là come un palo mi fa aspettare
e poi... mi pianta e se ne va.
Corpo di Bacco! Brutta cosa servir
un padron come questo,
nobile, giovinotto e innamorato.
Questa vita, cospetto,
è un gran tormento.
Ah, durarla così
non me la sento!

Scena 2

ROSINA
Una voce poco fa
qui nel cor mi risuonò;
il mio cor ferito è già,
e Lindor fu che il piagò.
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai, la vincerò.
Il tutor ricuserà,
io l'ingegno aguzzerò.
Alla fin s'accheterà
e contenta io resterò
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai,
la vincerò.
Io sono docile,
son rispettosa,
sono obbediente,
dolce, amorosa;
mi lascio reggere,
mi fo guidar.
Ma se mi toccano
dov'è il mio debole,
sarò una vipera, sarò
e cento trappole
prima di cedere
farò giocar!
Sì sì, la vincerò!
Potessi almeno
mandargli questa lettera.
Ma come?
Di nessun qui mi fido;
il tutore ha cent'occhi...
Basta, basta;
sigilliamola intanto.

Con Figaro, il barbier,
dalla finestra
disorrer l'ho veduto più d'un'ora.
Figaro è un galantuomo,
un giovin di buon core
Chi sa ch'ei
non protegga il nostro amore!

FIGARO
Oh, buon dì, signorina.

ROSINA
Buon giorno, signor Figaro.

FIGARO
E bene, che si fa?

ROSINA
Si muor di noia.

FIGARO
Oh diavolo! Possibile!
Un ragazza
bella e spiritosa.

ROSINA
Ah, ah, mi fate ridere!
Che mi serve lo spirito,
che giova la bellezza
se chiusa io sempre
sto fra quattro mura
che mi par d'esser
proprio in sepoltura?

FIGARO
In sepoltura? Oibò!
Sentite io voglio...

ROSINA
Ecco il tutor.

FIGARO
Davvero?

ROSINA
Certo, certo; è il suo passo.

FIGARO
Salva, salva!
Fra poco
ci rivedremo.

Ho a dirvi qualche cosa.

ROSINA
E ancor io, signor Figaro.

FIGARO
Bravissima, vado.

ROSINA
Quanto è garbato!

BARTOLO
Ah, disgraziato Figaro! ¡Ah!
Ah, indegno!
Ah, maledetto! Ah, scellerato!

ROSINA
Ecco qua: sempre grida.

BARTOLO
Ma si può dar di peggio!
Un' ospedale ha fatto
di tutta la famiglia
a forza d'oppio,
sangue e stranutiglia.
Signorina, il barbiere lo vedeste?

ROSINA
Perchè?

BARTOLO
Perchè lo vo' sapere.

ROSINA
Forse anch'egli
v'adombra?

BARTOLO
E perchè no?

ROSINA
Ebben, ve lo dirò.
Sì, l'ho veduto,
gli ho parlato, mi piace,
m'è simpatico il suo discorso,
il suo gioviale aspetto...
Crepa di rabbia, vecchio maledetto!

BARTOLO
Vedete che grazietta!
Più l'amo,
e più mi sprezza la briccona.
Certo, certo è il barbiere
che la mette in malizia.
Chi sa cosa le ha detto! Chi sa!
Or lo saprò.
Ehi. Berta. Ambrogio!

BERTA

Eccì...

AMBROGIO

Ah... ah! Che comanda?

BARTOLO
Dimmi...

BERTA
Eccì...

BARTOLO
Il barbiere parlato ha
con Rosina?

BERTA
Eccì...
BARTOLO

Rispondi almen tu,
babbuino.

AMBROGIO
Ah... ah!

BARTOLO
Che pazienza!

AMBROGIO
Ah... ah! che sonno!

BARTOLO
Ebben!

BERTA
Venne, ma io...

BARTOLO
Rosina...

AMBROGIO
Ah... ah!

BERTA
Eccì...

BARTOLO
Che serve!
Eccoli qua,
son mezzo morti.
Andate.

AMBROGIO
Ah... ah!

BERTA
Eccì... eccì...

BARTOLO
Eh, il diavolo che vi porti!

Ah! Barbiere d'inferno...
Tu me la pagherai.

Qua, Don Basilio;
giungete a tempo!
Oh! Io voglio
per forza o per amor
dentro domani
sposar la mia Rosina.
Avete inteso?

BASILIO
Eh, voi dite benissimo, e appunto
io qui veniva ad avvisarvi.
Ma... segretezza...
è giunto il Conte d'Almaviva.

BARTOLO
Chi?
L'incognito
amante della Rosina?

BASILIO
Appunto quello.

BARTOLO
Oh diavolo!
Ah, qui ci
vuol rimedio!

BASILIO
Certo, ma alla sordina.

BARTOLO
Sarebbe a dir?

BASILIO
Così, con buona grazia bisogna
principiare a inventar
qualche favola
che al pubblico lo metta
in mala vista,
che comparir lo faccia
un uomo infame,
un'anima perduta
Io, io vi servirò:
fra quattro giorni, credete a me,
Basilio ve lo giura,
noi lo farem sloggiar
da queste mura.
BARTOLO
E voi credete?

BASILIO
Oh, certo!
È il mio sistema. E non sbaglia.

BARTOLO
E vorreste? Ma... una calunnia...

BASILIO
Ah, dunque la calunnia
cos'è voi non sapete?

BARTOLO
No, davvero.

BASILIO
No? Uditemi e tacete.
La calunnia è un venticello,
un'auretta a__ai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia,.
incomincia a sussurrar
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va scorrendo
va ronzando, va ronzando;
nell'orecchie della gente
s'introduce,
s'introduce destramente,
e le teste ed i cervelli,
e le teste ed i cervelli fa stordire,
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo
prende forza a poco a poco,
vola già di loco in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando,
brontolando, e ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un'esplosione
come un colpo di cannone,
come un colpo di cannone.
Un tremuoto, un temporale,
che fa l'aria rimbombar!
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.
Ah! che ne dite?
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.
Ah! che ne dite?

BARTOLO
Eh! sarà ver,
ma intanto
si perde tempo,
e qui stringe il bisogno.
No: vo' fare a modo mio:
in mia camera andiam.
Voglio che insieme
i1 contratto
di nozze ora stendiamo.
Quando sarà mia moglie,
da questi zerbinotti innamorati
metterla in salvo sarà
pensier mio.

BASILIO
Vengan denari:
al resto son qua io.

FIGARO
Ma bravi! ma benone!
Ho inteso tutto.
Evviva il buon dottore!
Povero babbuino! Tua sposa?
Eh, via! pulisciti il bocchino.
Or che stanno là chiusi,
procuriam di parlare
alla ragazza:
eccola appunto.

ROSINA
Ebbene, signor Figaro?

FIGARO
Gran cose, signorina.

ATTO II

BARTOLO
Ma vedi il mio destino!
Quel soldato,
per quanto abbia cercato,
niun lo conosce
in tutto il reggimento.
Io dubito eh, cospetto!
Che dubitar?
Scommetto che dal conte
Almaviva è stato
qui spedito quel signore
ad esplorar della
Rosina il core.
Nemmeno in casa propria
sicuri si può star! Ma io...
Chi batte?
Ehi, chi è di là
Battono, non sentite?
In casa io son;
non v'è timore, aprite.

CONTE
Pace e gioia sia con voi.

BARTOLO
Mille grazie, non s'incomodi.

CONTE
Gioia e pace per mill'anni.
BARTOLO

Obbligato in verità.
Questo volto non m'è ignoto...
non ravviso, non ricordo...
ma quel volto... non capisco...
Chi sarà?

CONTE
Ah, se un colpo è andato a vuoto...
a gabbar questo balordo...
un novel travestimento...
più propizio a me sarà.

Gioia e pace, pace e gioia.

BARTOLO
Ho capito.
(Oh! ciel! che noia!)

CONTE
Gioia e pace, ben di core.

BARTOLO
Basta, basta, basta,
per pietà!

CONTE
Gioia...

BARTOLO
Gioia...

CONTE
Pace...

BARTOLO
Pace...
Ho capito
(Oh ciel! Che noia!)

CONTE
Ben di core,
pace e gioia, gioia, pace!
BARTOLO
Pace e gioia...
basta, basta, basta, per pietà!

CONTE
Il vecchion non mi conosce...
Oh, mia sorte fortunata!
Ah, mio ben!
Fra pochi istanti
parlerem con libertà!

BARTOLO
Ma che perfido destino!...
Ma che barbara giornata!...
Tutti quanti
a me davanti!
Che crudel fatalità!
Insomma, mio signore,
chi è lei
si può sapere?

CONTE
Don Alonso, professore di musica
ed allievo di Don Basilio.

BARTOLO
Ebbene?

CONTE
Don Basilio sta male,
il poverino, ed in sua vece...

BARTOLO
Sta mal? Corro a vederlo

CONTE
Piano, piano.
Non è mal così grave.

BARTOLO
Di costui non mi fido.

CONTE
Andiam, andiamo.

Ma signore...
BARTOLO
Che c'è?

CONTE
Voleva dirvi...

BARTOLO
Parlate forte.

CONTE
Ma...

BARTOLO
Forte, vi dico.

CONTE

Ebben, come volete,
ma chi sia
Don Alonso apprenderete.
Vo dal
conte di Almaviva...

BARTOLO
Piano, piano.
Dite, dite, v'ascolto.

CONTE

Il Conte...

BARTOLO
Piano, per carità.

CONTE

Stamane nella
stessa locanda
era meco d'alloggio,
ed in mie mani
per caso capitò
questo biglietto dalla vostra
pupilla a lui diretto.

BARTOLO
Che vedo! È sua scrittura!
CONTE
Don Basilio nulla sa
di quel foglio; ed io,
per lui venendo a dar
lezione alla ragazza
voleva farmene un merito
con voi perchè...
con quel biglietto... si potrebbe

BARTOLO
Che cosa?

CONTE
Vi dirò
S'io potessi parlare
alla ragazza,
io creder... verbigrazia... le farei
che me lo diè
del conte un'altra amante;
prova significante
che il conte
di Rosina si fa gioco, e perciò.

BARTOLO
Piano un poco.
Una calunnia! Oh bravo!
Degno e vero
scolar di Don Basilio!
Io saprò come merita,
ricompensar
sì bel suggerimento.
Vo a chiamar la ragazza;
poichè tanto per me v'interessate,
mi raccomando a voi.

CONTE

Non dubitate.
L'affare del biglietto
dalla bocca m'è uscito non volendo.
Ma come far?
Senza d'un tal ripiego
mi toccava andar via
come un baggiano.
Il mio disegno a lei ora paleserò;
s'ella acconsente,
io son felice appieno.
Eccola.
Ah, il cor sento
balzarmi in seno!

BARTOLO
Venite, signorina.
Don Alonso, che qui
vedete, or vi darà lezione.

ROSINA

Ah!

BARTOLO
Cos'è stato?

ROSINA
È un granchio al piede.

CONTE
Oh nulla!
Sedete a me vicin, bella fanciulla.
Se non vi spiace,
un poco di lezione,
di Don Basilio invece, vi darò.

ROSINA
Oh con mio gran piacer la prenderò
.
CONTE
Che volete cantare?

ROSINA
Io canto, se le aggrada,
il rondò dell'Inutil Precauzione.
BARTOLO
E sempre, sempre in bocca
l'Inutil Precauzione!

ROSINA
Io ve l'ho detto:
è il t__olo dell'opera novella.

BARTOLO
Or bene, intesi; andiamo.

ROSINA
Eccolo qua.

CONTE
Da brava! Incominciamo.

ROSINA
"Contro un cor
che accende amore
di verace, invitto ardore,
s'arma invan poter tiranno,
di rigor, di crudeltà.
D'ogni a__alto vincitore
sempre amor trionferà."
Ah Lindoro, mio tesoro,
se sapessi, se vedessi!
Questo cane di tutore,
ah, che rabbia che mi fa!
Caro, a te mi raccomando,
tu mi salva, per pietà, sì, sì, sì.

CONTE
Non temer, ti rassicura,
non temer, ti rassicura,
sorte amica
a noi sarà.

ROSINA
Dunque spero?

CONTE
A me t'affida.
ROSINA
E il mio cor?

CONTE
Giubilerà, giubilerà!

ROSINA
Cara immagine ridente,
dolce idea d'un lieto amore,
tu m'accendi
in petto il core,
tu mi porti a delirar.
Caro a te mi raccomando,
tu mi salva per pietà,
tu mi porti a delirar!

CONTE
Bella voce! Bravissima!

ROSINA
Oh, mille grazie!

BARTOLO
Certo, bella voce,
ma quest'aria,
cospetto! è a__ai noiosa;
la musica à miei tempi
era altra cosa:
Ah! quando, per esempio,
cantava Caffariello
quell'aria portentosa
la ra la la la... sentite,
Don Alonso,eccola qua.
"Quando mi sei vicina,
amabile Rosina..."

CONTE
Eh... l'aria dicea Giannina...

BARTOLO
L'aria dicea Giannina,
ma io dico Rosina...
"Quando mi sei vicina,
amabile Rosina,
il cor mi brilla in petto,
mi balla il minuetto."

Bravo, signor barbiere, ma bravo!

FIGARO
Eh, niente affatto:
scusi, son debolezze.

BARTOLO
Ebben,
qui dunque, che vieni a fare?

FIGARO
Oh bella!
Vengo a farvi la barba:
oggi vi tocca.

BARTOLO
Oggi non voglio.

FIGARO
Oggi non vuol?
Domani non potrò io.

BARTOLO
Perchè?

FIGARO
Perchè... ho da fare
a tutti gli Ufficiali
del nuovo reggimento
barba e testa...
alla marchesa Andronica
il biondo parrucchin
coi maronè...
al contino Bombè
il ciuffo a campanile;
purgante all'avvocato Bernardone,
che ieri s'ammalò d'indigestione;
e poi, e poi,
che serve?
Doman non posso.
BARTOLO
Orsù, meno parole.
Oggi non vò far barba.

FIGARO
No? Cospetto...
Guardate che avventori!
Vengo stamane:
in casa v'è l'inferno;
ritorno dopo pranzo:

oggi non voglio. Ma che?
M'avete preso da
per un qualche barbier contadini?
Chiamate pur un altro,
io me ne vado.

BARTOLO
Che serve?
a modo suo.
Vedi che fantasia!
Va in camera
a pigliar la biancheria.
No, vado io stesso.

FIGARO
Ah, se mi dava in mano
il mazzo delle chiavi,
ero a cavallo.

CONTE
Dite:
non è fra quelle
la chiave che apre quella gelosia?

ROSINA
Sì, certo; è la più nuova.

BARTOLO

Ah,
son pur buono
a lasciar qua
quel diavolo di barbiere!

Animo, va tu stesso!

Passato il corridor,
sopra l'armadio,
il tutto troverai.
Bada, non toccar nulla.

FIGARO

Eh, non son matto.
Allegri! Vado e torno.
Il colpo è fatto.

BARTOLO

È quel briccon,
che al Conte ha portato
il biglietto di Rosina.

CONTE
Mi sembra
un imbroglion di prima sfera.

BARTOLO
Eh, a me non me la ficca...
Ah, disgraziato me!

ROSINA
Ah, che rumore!

BARTOLO
Oh, che briccon!
Me lo diceva il core.
CONTE

Quel Figaro è un grand'uomo.
Or che siam soli,
ditemi, o cara:
il vostro al mio destino
d'unir siete contenta?
Franchezza!

ROSINA
Ah, mio Lindoro,
altro io non bramo.

CONTE
Ebben?

BARTOLO
Tutto mi ha rotto; sei piatti,
otto bicchieri, una terrina.

FIGARO

Vedete che gran cosa!
Ad una chiave se io non
mi attaccava per fortuna....
Per quel maledettissimo
corridor così oscuro,
spezzato mi sarei
la testa al muro.
Tiene ogni stanza
al buio, e poi, e poi...

BARTOLO
Oh, non più.

FIGARO
Dunque andiam.

ROSINA e CONTE
Giudizio.

BARTOLO
A noi.

ROSINA
Don Basilio!

CONTE
Cosa veggo!

FIGARO
Quale intoppo!

BARTOLO

Come qua?

BASILIO
Servitor, servitor
di tutti quanti.

BARTOLO
Che vuol dir tal novità?

ROSINA
Ah, di noi che mai sarà?

CONTE
Qui franchezza ci vorrà.

FIGARO
Qui franchezza ci vorrà?

BARTOLO
Don Basilio, come state?

BASILIO
Come sto?

FIGARO
Or che s'aspetta?
Questa barba benedetta
la facciamo sì o no?

BARTOLO
Ora vengo, ora vengo.
Eh, il Curiale?

BASILIO
Il Curiale?

CONTE
Io gli ho narrato
che già tutto è combinato.
Non è ver?

BARTOLO
Sì, sì, tutto io so, tutto, io.

BASILIO
Ma, Don Bartolo, spiegatevi...

CONTE
Ehi, Dottore, una parola.
Don Basilio,
son da voi.
Ascoltate un poco qua.
Fate un po' ch'ei vada via,
ch'ei ci scopra ho gran timore.

ROSINA
Io mi sento
il cor tremar!

FIGARO
Non vi state a disturbar.

CONTE

Della lettera, signore,
ei l'affare ancor non sa.

BASILIO

Ah, qui certo v'è un pasticcio,
non l'arrivo a indovinar.
CONTE
Ch'ei ci scopra ho gran timore:
ei l'affare ancor non sa.

BARTOLO
Dite bene, mio signore,
or lo mando
via di qua.

CONTE
Colla febbre, Don Basilio,
che v'insegna colla febbre
a passeggiare?

BASILIO
Colla febbre?

CONTE
E che vi pare?
Siete giallo come un morto.

BASILIO
Sono giallo come un morto?

FIGARO
Bagattella! Cospetton!
Che tremarella!
Bagatella! Bagatella!
Tremarella!
Tremarella!
Questa è febbre scarlattina!

BASILIO
Scarlattina!

CONTE
Via, prendete medicina,
non vi state a rovinar.

FIGARO
Presto, presto, andate a letto!

CONTE
Voi paura inver mi fate.

ROSINA
Dice bene, andate, a letto.
BARTOLO
Presto, andate a riposar!

ROSINA, CONTE,
FIGARO e BARTOLO
Presto, andate a riposar!

BASILIO
Una borsa!
Andate a letto!
Ma che tutti
sian d'accordo!

FIGARO, ROSINA,
CONTE e BARTOLO
Presto a letto.

BASILIO
Eh, non son sordo,
non mi faccio più pregar.

FIGARO
Che color!

CONTE
Che brutta cera!

BASILIO
Brutta cera?

CONTE, FIGARO e ROSINA
Oh, brutta a__ai!

BASILIO
Dunque vado...

ROSINA, CONTE,
FIGARO e BARTOLO
Vada, vada!

BASILIO
Vado.

CONTE
Buona sera, mio signore.

FIGARO
Buona sera, buona sera.
CONTE, FIGARO e ROSINA
Buona sera, mio signore,
presto andate via di qua.

BASILIO
Buona sera, ben di core,
poi doman si parlerà.

ROSINA e FIGARO
Maledetto seccatore!
Buona sera, mio signore,
pace, sonno e sanità.
Presto andate via di qua!

CONTE e BARTOLO
Buona sera, mio signore,
pace, sonno e sanità.
Presto andate via di qua!

BASILIO
Non gridate, non gridate,
buona sera, mio signore,
poi doman si parlerà.
Non gridate, per pietà!

FIGARO
Orsù, signor Don Bartolo.

BARTOLO
Son qua, son qua.

ROSINA
Stringi! Bravissimo!

CONTE
Rosina, Rosina, deh,
ascoltatemi.

ROSINA
V'ascolto, v'ascolto;
eccomi qua.

CONTE
A mezza notte in punto
a prendervi qui siamo:
or che la chiave abbiamo
non v'è da dubitar.

FIGARO

Ahi! ahi!

BARTOLO
Che cos'è stato?

FIGARO
Un non so che nell'occhio!
Guardate! Non toccate...
Soffiate, soffiate,
per pietà.
ROSINA
A mezza notte in punto,
anima mia, t'aspetto.
Io già l'istante affretto
che a te mi stringerà.

CONTE
Ora avvertir vi voglio,
cara, che il vostro foglio,
perchè non fosse inutile
il mio travestimento...
BARTOLO
Il suo travestimento?
Ah, ah! Bravo, bravissimi!
Don Alonso, bravo, bravi!
Bricconi! Birbanti!
Birbanti! Bricconi!
Ah, voi tutti quanti,
ah, voi tutti quanti
avete giurato
di farmi crepar.
Su, fuori, furfanti,
su, fuori, furfanti,
vi voglio accoppar!

ROSINA, CONTE e FIGARO
La testa vi gira,

ma zitto, Dottore,
vi fate burlar.
Tacete, tacete,
non serve gridar.
L'amico delira!
Intesi già siamo,
non vo' replicar!
La testa vi gira,
ma zitto, Dottore,
vi fate burlar.
Tacete, tacete,
non serve gridar.
L'amico delira!
Intesi già siamo,
non vo' replicar!

BARTOLO
Di rabbia, di sdegno,
mi sento crepar!
Di rabbia, di sdegno,
mi sento crepar!

Ah! disgraziato me! Ma come?
Ed io no mi
accorsi di nulla!
Ah!
Don Basilio sa certo qualche cosa.

Ehi! Chi è di là?
Chi è di là?

Senti, Ambrogio:
corri da Don Basilio
qui rimpetto;
digli ch'io qua l'aspetto,
che venga immantinente,
che ho gran cose
da dirgli,
e ch'io non vado perchè...
perchè...
perchè ho di gran ragioni.
Va' subito.
Di guardia tu piantati
alla porta,
e poi...no, no...

(Non me ne fido.)

Io stesso ci starò.

BERTA
Che vecchio sospettoso!
Vada pure,
e ci stia finchè crepa!
Sempre gridi
e tumulti in questa casa:
si litiga, si piange, si minaccia.
Sì, non v'è un'ora di pace
con questo vecchio
avaro e brontolone. Oh, che casa!
Oh, che casa in confusione!
Il vecchiotto cerca moglie,
vuol marito la ragazza;
quello freme, questa è pazza,
tutti i due son da legar!
Ma che cosa è questo amore,
che fa tutti delirar?
Egli è un male universale,
una smania, un pizzicore,
un solletico, un tormento.
Poverina, anch'io lo sento,
nè so come finirà.
Oh! vechiaia maledetta!
Son da tutti disprezzata,
e vecchietta disperata,
mi convien così crepar,
sì, sì, mi convien così crepar.

BARTOLO
Dunque voi Don Alonso
non conoscete affatto?

BASILIO
Affatto.

BARTOLO
Ah, certo!
Il Conte lo mandò.
Qualche gran tradimento
si prepara.

BASILIO
Io poi dico che quell'amico
era il Conte in persona.

BARTOLO
Il Conte?

BASILIO
Il Conte.
(La borsa parla chiaro.)

BARTOLO
Sia chi si vuole...
amico, dal notaro
vo' in questo punto andare;
in questa sera stipular
di mie nozze io vo' il contratto.

BASILIO
Il notar? siete matto?
Piove a torrenti,
e poi questa sera
il notaro è impegnato
con Figaro;
il barbiere marita sua nipote.

BARTOLO
Una nipote? Che nipote?
Il barbiere non ha nipoti...
Ah, qui v'è qualche imbroglio.
Questa notte i bricconi
me la voglion far;
presto, il notaro
qua venga sull'istante.... ecco
la chiave del portone;
andate, presto, per carità.

BASILIO

Non temete;
in due salti io tornerò.

BARTOLO
Per forza o per amore Rosina
avrà da cedere. Cospetto!...
Mi viene un'altra idea.

Questo biglietto che scrisse ad
la ragazza Almaviva
potria servir...
Che colpo da maestro!
Don Alonso, il briccone,
senza volerlo mi diè
l'armi in mano.
Ehi! Rosina, Rosina,
avanti, avanti!
Del vostro amante
io vi vo' dar novella.
Povera sciagurata!
In verità collocaste
a__ai bene il
vostro affetto!
Del vostro amor sappiate ch'ei
si fa giuoco in sen
d'un'altra amante;
ecco la prova.

ROSINA
Oh cielo! Il mio biglietto!

BARTOLO
Don Alonso e il barbiere
congiuran contro voi;
non vi fidate.
Nelle braccia del
Conte d'Almaviva
vi vogliono condurre...

ROSINA

(In braccio a un altro!

Che mai sento!
Ah, Lindoro!
ah, traditore! Ah, sì!
Vendetta! E vegga,
vegga quell'empio
chi è Rosina.)
Dite... signore, di sposarmi
voi bramavate...

BARTOLO
E il voglio.

ROSINA
Ebben, si faccia!
Io son contenta!...
Ma all'istante. Udite:
a mezza notte
qui sarà l'indegno
con Figaro il barbier;
con lui fuggire per sposarlo
io voleva...

BARTOLO
Ah, scellerati!
Corro a sbarrar la porta...

ROSINA
Ah! Mio signore!
Entran per la finestra.
Hanno la chiave.

BARTOLO
Non mi muovo di qui.
Ma... e se fossero armati?
Figlia mia, poichè tu sei

sì bene illuminata,

facciam così.

Chiuditi a chiave
in camera,
io vo' a chiamar la forza;
dirò che son due ladri,
e come tali, corpo di Bacco!
l'avremo da vedere!
Figlia, chiuditi presto; io vado via.

ROSINA
Quanto,
quanto è crudel la sorte mia!
FIGARO
Alfine, eccoci qua.

CONTE
Figaro, dammi man!
Poter del mondo!
Che tempo indiavolato!

FIGARO
Tempo da innamorati.

CONTE
Ehi... fammi lume.
Dove sarà Rosina?

FIGARO
Ora vedremo... Eccola appunto.

CONTE
Ah, mio tesoro!

ROSINA
Indietro, anima scellerata!
Io qui di mia
stolta credulità
venni soltanto
a riparar lo scorno;
a dimostrarti qual sono
e quale amante perdesti;
anima indegna e sconoscente!

CONTE
Io son di sasso!

FIGARO
lo non capisco niente.

CONTE
Ma per pietà...

ROSINA
Taci.
Fingesti amore per vendermi
alle voglie di quel tuo vil
Conte Almaviva...

CONTE
Al Conte! Ah, sei delusa!
Oh me felice!
Adunque tu di verace amore
ami Lindoro?
Rispondi!

ROSINA
Ah, sì!

T'amai pur troppo!

CONTE
Ah! Non è tempo
di più celarsi, anima mia...
Ravvisa colui
che sì gran tempo
seguì tue tracce,
che per te sospira,
che sua ti vuole;
mira, o mio tesoro,
Almaviva son io,
non son Lindoro!

ROSINA
Ah! qual colpo inaspettato!
Egli stesso? Oh ciel! Che sento!
Di sorpresa e di contento
son vicina a delirar!

FIGARO
Son rimasti senza fiato:
ora muoion di contento.
Guarda il mio talento
che bel colpo seppe far!

CONTE
Quel trionfo inaspettato!
Me felice! Oh bel momento!
Ah! d'amore e di contento
son vicino a delirar!

FIGARO
Son rimasti senza fiato:
ora muoion di contento.
Guarda il mio talento

che bel colpo seppe far!

ROSINA
Mio signor!... ma voi... ma io...

CONTE
Ah, non più, non più, ben mio.
Il bel nome di mia sposa,
idol mio, t'attende già.

ROSINA
Il bel nome di tua sposa
oh, qual gioia al cor mi dà!

CONTE
Sei contenta?

ROSINA
Ah! mio signore!
Dolce nodo...

FIGARO

(Nodo.)

ROSINA
...avventurato, che fai paghi...

FIGARO
Andiamo!

ROSINA
... i miei desiri!

CONTE
Dolce nodo...

FIGARO
(Nodo.)

CONTE
... avventurato...

FIGARO
Presto, andiamo!

CONTE
... che fai paghi...

FIGARO
(Paghi.)

CONTE
... i miei desir!

FIGARO
Vi sbrigate.

ROSINA e CONTE
Alla fin de' miei martiri
tu sentisti, amor, pietà!

FIGARO
Presto
andiamo, vi sbrigate,
via, lasciate quei sospiri.

Presto, andiam, per carità!
Se si tarda, i miei raggiri

fanno fiasco in verità.

Ah! cospetto! Che ho veduto!
Alla porta una lanterna!
Due persone!
Che si fa?

CONTE
Hai veduto?

FIGARO
Sì, signor.

CONTE
Due persone?

FIGARO
Sì, signor.

CONTE
Una lanterna?

FIGARO
Alla porta, sì signor.

ROSINA, CONTE e FIGARO
Che si fa?
Che si fa?
Zitti zitti, piano piano,
non facciamo confusione;
per la scala del balcone
presto andiamo via di quà.

FIGARO
Ah, disgraziati noi!
Come si fa?

CONTE
Che avvenne mai?

FIGARO
La scala.

CONTE
Ebben?

FIGARO
La scala non v'è più.

CONTE
Che dici?

FIGARO
Chi mai l'avrà levata?

CONTE
Quale inciampo crudel!

ROSINA
Me sventurata!

FIGARO
Zi... zitti sento gente.
Ora ci siamo.
Signor mio, che si fa?

CONTE
Mia Rosina, coraggio!

FIGARO
Eccoli qua.

BASILIO
Don Bartolo! Don Bartolo!

FIGARO
Don Basilio.

CONTE
E quell'altro?

FIGARO
Vè, vè, il nostro notaro.
Allegramente lasciate fare a me.
Signor Notaro:
dovevate in mia casa
stipular questa sera il contratto
di nozze fra il conte
d'Almaviva e mia nipote.
Gli sposi, eccoli qua.
Avete indosso la scrittura?
Benissimo.

BASILIO
Ma piano.
Don Bartolo dov'è?

CONTE
Ehi, Don Basilio...
Quest'anello è per voi

BASILIO
Ma io...

CONTE
Per voi vi son ancor due palle
nel cervello se v'opponete...

BASILIO
Oibò, prendo l'anello.
Chi firma?

CONTE e ROSINA
Eccoci qua.

CONTE
Son testimoni
Figaro e Don Basilio.
Essa è mia sposa.

FIGARO
Evviva!

CONTE
Oh, mio contento!

ROSINA
Oh, sospirata mia felicità.

FIGARO
Evviva!

BARTOLO
Fermi tutti. Eccoli quà.

FIGARO
Colle buone, signor.

BARTOLO
Signor, son ladri, arrestate!

UFFICIALE
Mio signore, il suo nome?

CONTE
Il mio nome è
quel d'un uom d'onore.
Lo sposo io sono di questa...

BARTOLO
Eh, andate al diavolo!
Rosina esser deve mia sposa...

Non è vero?

ROSINA
Io sua sposa?
Oh, nemmeno per pensiero.

BARTOLO
Come? Come, fraschetta?
Arrestate, vi dico è un ladro.

FIGARO
Or, or l'accoppo.

BARTOLO
È un furfante,
è un briccon.

UFFICIALE
Signore...

CONTE
Indietro!

UFFICIALE

Il nome?

CONTE
Indietro, dico, indietro.

UFFICIALE
Ehi, mio signor! Basso quel tono.
Chi è lei?

CONTE
Il Conte d'Almaviva io sono.

BARTOLO
Il Conte!
Ah, che mai sento! Ma cospetto!

CONTE
T'accheta, invan t'adopri,
resisti invan.
De' tuoi rigori insani.
giunse l'ultimo istante
In faccia al mondo io dichiaro
altamente costei mia sposa.
Il nostro nodo,.
o cara, opra è d'amore
Amor, che ti fè mia consorte
a te mi stringerà fino alla morte.
Respira omai:
del fido sposo in braccio,
vieni, vieni a godere
sorte più lieta.

BARTOLO
Ma io...

CONTE
Taci.

BASILIO
Ma voi...

CONTE

Olà, t'accheta.
Cessa di più resistere,
di più resistere,
non cimentar
mio sdegno.
Spezzato è il gioco indegno
di tanta crudeltà.
Della beltà dolente,
d'un innocente amore
l'avaro tuo furore più
non trionferà!
E tu, infelice vittima
d'un reo poter tiranno,
sottratta al giogo barbaro,
cangia in piacer
l'affanno
e in sen d'un fido sposo
gioisci in libertà,
in sen d'un fido sposo
gioisci in libertà!
Cari amici...

CORO
Non temete, non temete!

CONTE
Questo nodo...

CORO
Non si scioglie, non si scioglie,
sempre a lei vi stringerà!

CONTE
Ah, il più lieto, il più felice
è il mio cor
de' cori amanti!
Non fuggite, o lieti istanti
della mia felicità!
CORO
Annodar due cori amanti
è piacer che egual non ha.

BARTOLO
Insomma, io ho tutti i torti!

FIGARO
Eh, purtroppo è così!

BARTOLO

Ma tu, briccone,
tu pur tradirmi
e far da testimonio!

BASILIO
Ah, Don Bartolo mio,
quel signor Conte
certe ragioni ha in tasca,
certi argomenti
a cui non si risponde.

BARTOLO
Ed io, bestia solenne,
per meglio a__icurare il matrimonio,
portai via la scala del balcone.

FIGARO
Ecco che fa
un Inutil Precauzione.

BARTOLO
Ma... e la dote? Io non posso

CONTE
Eh, via; di dote io bisogno non ho:
va, te la dono.

FIGARO
Ah! Ridete adesso? Bravissimo,
Don Bartolo, ho veduto alla fin
rasserenarsi quel vostro ceffo
amaro e furibondo.
Eh! i bricconi han fortuna
in questo mondo.

ROSINA
Dunque, signor Don Bartolo?

BARTOLO
Sì, sì, ho capito tutto.

CONTE
Ebben, dottore?

BARTOLO
Sì, sì, che serve?
quel ch'è fatto è fatto.
Andate pur,
che il ciel vi benedica!

FIGARO
Bravo, bravo, un abbraccio,
venite qua, dottore.

ROSINA
Ah, noi felici!

CONTE
O fortunato amore!

FIGARO
Di sì felice innesto
serbiam memoria eterna;
io smorzo la lanterna;

qui più non ho che far.

BERTA, BARTOLO,

BASILIO e CORO
Amore e fede eterna
si vegga in voi regnar,
Amore e fede eterna
si vegga in voi regnar.

ROSINA
Costò sospiri e pianti
un sì felice istante:
alfin quest'alma amante
comincia a respirar.

BERTA, BARTOLO,

BASILIO e CORO
Amore e fede eterna
si vegga in voi regnar,
Amore e fede eterna
si vegga in voi regnar.
CONTE

Dell'umile Lindoro
la fiamma a te fu accetta;
più bel destin t'aspetta;
su, vieni a giubilar!

TUTTI
Amore e fede eterna
si vegga in voi regnar,
Amore e fede eterna
si vegga in voi regnar.

Español

ACTO I

Escena 1

Una calle de Sevilla.
A la izquierda, la casa del Doctor
Bartolo; en el primer piso se
encuentra una ventana con un
balcón.
Está amaneciendo.
Entra Fiorello con una linterna,
seguido de varios músicos con sus
instrumentos.

FIORELLO
Despacio,
muy despacio y en silencio,
todos conmigo venid acá.

MUSICOS
Despacio y en silencio, henos aquí.

FIORELLO
Todo es silencio,
nadie hay aquí a quien nuestros
cantos puedan turbar.

(Entra el Conde de Almaviva.)

CONDE
¡Fiorello! !Hola!

FIORELLO
Señor, estoy aquí.

CONDE
¡Bien! ¿Y los amigos?

FIORELLO
Ya están dispuestos.

CONDE
¡Bravo, muy bien!
Guardad silencio,
despacio, muy despacio
y en silencio.

MUSICOS
Despacio, despacio y en silencio.
FIORELLO
En silencio...

(Los músicos toman sus
instrumentos y comienzan a tocar
una serenata.)

CONDE
He aquí, risueña en el cielo,
despuntando ya la bella aurora,
¿Y tú no apareces aún,
y puedes dormir así?
Aparece, dulce esperanza mía,
ven, hermoso ídolo mío,
haz menos cruel, ¡oh Dios!,
el rayo que me hirió.
¡Oh, qué suerte!, ya veo
el rostro amado;
¡mi alma amante
ha merecido piedad!
¡Oh instante de amor!
¡Momento feliz!
¡Oh dulce felicidad
sin igual!
¡Eh, Fiorello!

FIORELLO
¿Señor?

CONDE
Dime, ¿la ves?

FIORELLO
No, señor.

CONDE
¡Ay, que toda esperanza es vana!

FIORELLO
Señor Conde, el día avanza.

CONDE
¡Ah! ¿En qué pienso? ¿Qué haré?
Todo es en vano. ¡Buena gente!

MUSICOS
¿Señor?
(El Conde da una bolsa a Fiorello,
que distribuye entre los músicos
el dinero que contiene.)

CONDE
Acercaos, acercaos;
ya no más música
ni más cantos, ni más música.
No las necesito ahora.

FIORELLO
Buenas noches a todos,
ya no os necesito para nada más.
Buenas noches, buenas noches,
ya no os necesito para nada más.

(Fiorello trata de hacer marchar
a los músicos, quienes,
inclinándose obsequiosamente,
expresan su agradecimiento.)

MUSICOS
¡Mil gracias, señor,
por el favor, por el honor!
¡Ah, por tanta cortesía
estamos agradecidos de verdad!
¡Oh, qué encuentro afortunado!
¡Es un señor de calidad!

CONDE
Basta, basta,
no habléis, de nada sirve,
no gritéis!
Malditos, largaos de aquí.
¡Ah, canallas, fuera de aquí!
¡Todo el vecindario
se despertará con este ruido!

FIORELLO
¡Callad, callad,
vaya ruido! ¡Malditos!
¡Largaos de aquí!
¡Vaya ruido endiablado!
¡Oh qué rabia me da!
¡Malditos, largaos de aquí,
ah, canallas, fuera de aquí!

(Los músicos se van.)
CONDE
¡Gente indiscreta!

FIORELLO
¡Ah!, un poco más y
con ese ruido inoportuno
hubiesen despertado
a todo el barrio.
¡Por fin se han ido!

CONDE
(mirando hacia la ventana)
¡Y no se la ve! Es inútil esperar.
(Y, sin embargo, quiero
esperar aquí para verla.
Cada mañana sale al balcón
a tomar el fresco
al llegar la aurora
Probemos.)
Ah, todavía estás ahí, retírate,
Fiorello.

FIORELLO
Voy.
Esperaré allá abajo
vuestras órdenes.

(Fiorello se retira.)

CONDE
Si consigo hablar con ella,
no quiero testigos.
Que a esta hora
estoy aquí cada día por su causa
tiene que haberlo notado.
¡Oh, mira, amor,
cómo te has burlado
de un hombre de mi rango!
Y, sin embargo, ¡oh!
Tienes que ser mi esposa.

FÍGARO
(fuera de escena)
La, la, la, la.

CONDE
¿Quién será ese inoportuno?
Dejémoslo pasar;
bajo estos arcos,
sin que me vean,
veré cuanto convenga;
empieza a clarear,
pero el amor no se avergüenza.

(Entra Fígaro, vestido a la
española de fines del siglo XVIII,
con redecilla, llevando una
guitarra en la mano.)

FÍGARO
La ran la lera, la ran la la.
La ran la lera, la ran la la.
¡Dejen paso al factótum
de la ciudad,
dejen paso!
¡La ran la, la ran la,
la ran la, la!
Rápido, a la tienda,
que ya es de día, rápido!
La ran la, la ran la,
la ran la, la.
¡Ah, que vida más hermosa,
qué gran placer,
para un barbero de calidad,
¡de calidad!
¡Ah, bravo, Fígaro, bravo,
bravísimo, bravo!
La ran la, la ran la,
la ran la, la.
¡Afortunadísimo eres en verdad!
La ran la, la ran la,
la ran la, la.
Dispuesto para hacer de todo,
de noche y de día,
va de un lado para otro,
Mejor ganga para un barbero
ni vida más noble, no la hay, no.
La, la ran la,
la ran la, la ran la.
Navajas y peines,
bisturíes y tijeras
a mis órdenes todos están,
tengo recursos, además de oficio,
con la joven, con el caballero.
¡Ah, que vida más hermosa,
qué gran placer,
qué gran placer,
para un barbero de calidad,
de calidad!
Todos me llaman,
me solicitan,
mujeres, muchachos,
viejos y niñas.
Trae la peluca...
rápido, la barba...
Trae las sanguijuelas,
p___to, esta carta.
¡Fígaro, Fígaro, Fígaro, Fígaro!
¡Ay de mí, ay de mí! ¡Qué furia!
¡Ay de mí!
¡Ay, qué multitud!
¡De uno en uno, por caridad!
¡Fígaro! ¡Estoy aquí!
¡Eh, Fígaro! ¡Estoy aquí!
¡Fígaro acá, Fígaro allá,
Fígaro acá, Fígaro allá,
Fígaro arriba, Fígaro abajo,
Fígaro arriba, Fígaro abajo!
Rápido, rapidísimo,
soy como el rayo,
¡soy el factótum de la ciudad,
de la ciudad!
¡Ah, bravo Fígaro,
bravo, bravísimo!
A ti fortuna, a ti fortuna,
a ti fortuna
jamás te faltará.
La, la ran la, la ran la, la ran.
¡A ti fortuna, a ti fortuna,
a ti fortuna
jamás te faltará!
¡Soy el factótum de la ciudad!
¡Ah, ah! ¡Qué buena vida!
Cansarme poco,
divertirme bastante,
y tener en el bolsillo
siempre algún doblón.
Como fruto de mi reputación.
Pues sí: sin Fígaro
no se casa en Sevilla
una muchacha;
a mí la viuda recurre
para lograr marido;
yo, con la excusa
del peinado de cada día
o con la guitarra
con el favor de la noche, a todos,
honestamente,
y no lo digo por presumir,
me preocupo por complacer.
¡Ah, qué vida, qué vida!
¡Oh, qué oficio!
¡Ánimo, rápido, a la tienda!
CONDE
(¿Es él, o acaso me engaño?)

FÍGARO
(¿Quién será ese?)

CONDE
(¡Oh, sin duda es él!) ¡Fígaro!

FÍGARO
(reconociéndole)
Señor. ¡Oh! ¿A quién veo?
¡Excelencia!

CONDE
¡Calla, calla, prudencia:
aquí no soy conocido,
ni quiero darme a conocer.
Para esto tengo
mis buenas razones.

FÍGARO
Entiendo, entiendo,
os dejo a vuestras anchas.

CONDE
¡No!

FÍGARO
Bueno, ¿en qué os puedo servir?

CONDE
No digo que no; quédate aquí;
tal vez para mis planes
no hayas llegado inoportunamente.
Pero, diablos, dime,
buena pieza,
¿cómo te hallas aquí?
¡Poder del mundo!
Te veo gordo y redondo.
FÍGARO
¡La miseria, señor!

CONDE
¡Ah, bribón!

FÍGARO
Gracias.

CONDE
¿Has sentado finalmente la
cabeza?

FÍGARO
¡Oh! Y de qué manera. Y vos,
¿cómo en Sevilla?

CONDE
Ahora te lo explico.
En el Prado vi una flor de belleza,
una muchachita, hija
de un cierto médico chocho
que aquí se ha establecido;
yo, enamorado de ella,
dejé mi patria y a mis padres,
y aquí paso
la noche y el día
dando vueltas
ante esos balcones.

FÍGARO
¿Ante esos balcones? ¿Un médico?
¡Ah, caramba!
Tenéis buena suerte,
os ha caído el queso
justo encima de los macarrones.

CONDE
¿Qué quieres decir?

FÍGARO
Cierto.
Ahí dentro yo soy barbero,
peluquero, cirujano, botánico,
farmacéutico, veterinario,
el que lo hace todo en la casa.

CONDE
¡Oh, qué suerte!
FÍGARO
No es eso todo.
La muchacha
no es hija del médico,
¡es sólo su pupila!

CONDE
¡Ah, qué consuelo!

FÍGARO
Pero esto... ¡silencio!

(Oculta al Conde
debajo del pórtico.)

CONDE
¿Qué pasa?

FÍGARO
Se abre el balcón.

(Rosina sale al balcón,
y mira buscando a alguien.)

ROSINA
Todavía no ha venido. Tal vez...

CONDE
(saliendo corriendo)
¡Oh, vida mía!
¡Mi Dios! ¡Mi tesoro!
Por fin te veo, por fin...

ROSINA
(vacilando)
¡Oh, qué vergüenza!
Quisiera darle la carta.

(Aparece el doctor Bartolo
en el balcón.)

BARTOLO
¿Y bien, muchacha?
El tiempo es bueno.
¿Qué es ese papel?

ROSINA
Nada, nada señor: es la letra
del aria de la Inutil precauzione
CONDE
(a Fígaro)
¡Muy bien!...
De la "Inutil precauzione".

FÍGARO
(al Conde)
¡Qué astuta!

BARTOLO
¿Qué es esto
de la "Inutil precauzione"?

ROSINA
¡Qué va a ser!
Es el título
de la nueva ópera.

BARTOLO
¡Una ópera! ¡Vaya, por Dios!
¡Será, como de costumbre,
un drama semiserio,
un largo, melancólico y
pesado estrambote poético!
¡Bárbaro gusto! ¡Siglo corrompido!

(Rosina deja caer el papel a la
calle.)

ROSINA
¡Oh, pobre de mí!
¡Se me ha caído el aria!
Recogedla, rápido.

BARTOLO
Voy, voy.

(Sale.)

ROSINA
Ps... Ps.

CONDE
Lo he entendido.

(El Conde se acerca
para coger la carta.)

ROSINA
Rápido.
(La coge y se va.)

CONDE
No temáis.

(Sale Bartolo por la puerta
de la casa.)

BARTOLO
(a Rosina)
Ya estoy aquí. ¿Dónde está?

ROSINA
Ay, el viento se la lleva.
Mirad.

(Ella señala a lo lejos.
Bartolo mira y decide
volver a entrar en la casa.)

BARTOLO
Yo no la veo.
Eh, señorita, yo no quisiera...
(¡Caramba!
¿Se estará burlando de mí?)

(a Rosina)

¡A casa, a casa, vamos, ánimo!
¿A quién se lo digo?
¡A casa, rápido!

ROSINA
¡Ya voy, ya voy! ¡Qué prisa!

BARTOLO
(para sí)
Tengo que hacer
emparedar este balcón.
Entrad, os digo.

ROSINA
¡Ay, qué vida, es para morirse!

(Rosina entra en la casa
seguida por Bartolo.)
CONDE
¡Pobre desgraciada!
Su estado infeliz
me interesa cada vez más.

FÍGARO
Rápido, rápido,
veamos lo que escribe.

CONDE
Eso es. Lee.

FÍGARO
(leyendo)
"Vuestra atenta asiduidad
ha excitado mi curiosidad.
Mi tutor está a punto
de salir de casa;
en cuanto se haya alejado,
procurad,
con algún medio ingenioso,
indicarme vuestro nombre,
vuestro estado
y vuestras intenciones.
Yo no puedo salir jamás
al balcón
sin la inseparable compañía
de mi tirano.
Podéis estar, sin embargo,
seguro de que todo está
dispuesta a hacerlo,
para romper sus cadenas,
la desdichada ROSINA."

CONDE
Sí, sí, las romperás.
Vamos, dime,
¿qué clase de hombre
es ese tutor?

FÍGARO
Es un viejo endiablado, avaro,
desconfiado y gruñón.
Lleva cien años a cuestas
y quiere dárselas de galán.
¿Lo adivináis?
A fin de comerse
toda la herencia de Rosina
se le ha metido en la cabeza
casarse con ella.
(Se abre la puerta de la calle.)

¡Socorro!

CONDE
¿Qué haces?

FÍGARO
Se abre la puerta.

(Fígaro empuja al Conde
detrás de la puerta.
Sale Bartolo hablando con alguien
de dentro de la casa.)

BARTOLO
Dentro de unos momentos
regresaré.
No abráis a nadie.
Si Don Basilio
viniese a buscarme,
que me espere.

(Cierra la puerta con varias
vueltas de llave.)

Mi boda con ella
será mejor apresurar.
Sí, hoy mismo quiero
concluir este asunto.

(Sale.)

CONDE
¡Hoy mismo
su boda con Rosina!
¡Ah, viejo chocho!
Pero dime:
¿quién es ese Don Basilio?

FÍGARO
Es un grandísimo
embrollón casamentero,
rastrero,
un verdadero desesperado,
siempre sin un real...
desde hace tiempo,
enseña música a la muchacha.
CONDE
Bueno, bueno,
siempre es útil saberlo.

FÍGARO
Ahora pensad
en satisfacer los deseos
de la hermosa Rosina.

CONDE
No quiero
decirle mi nombre ni mi rango.
Quiero asegurarme antes
de que ella me quiere
sólo a mí
y no a las riquezas
y a los títulos
del Conde de Almaviva.
¡Ah!, tú podrías...

FÍGARO
¿Yo? No, señor,
vos mismo debéis.

CONDE
¿Yo mismo? ¿Y cómo?

(Rosina aparece en el balcón.)

FÍGARO
¡Si... silencio!
Estamos a tiro, observad:
por Baco, que no me equivoco.
Detrás de la celosía
está la muchacha.
p___to, p___to,
al asalto, nadie nos ve.

(ofreciéndole la guitarra)

Con una cancioncilla, llanamente,
explicádselo todo, señor.

CONDE
¿Una canción?

FÍGARO
Cierto. Aquí tenéis la guitarra,
rápido, vamos.

CONDE
Pero yo...

FÍGARO
¡Oh, qué paciencia!

CONDE
Bien, probemos.

(El Conde toma la guitarra
y canta.)

Si queréis saber mi nombre,
de mis labios
mi nombre escuchad.
Yo soy Lindoro que fiel os adora,
que como esposa os desea,
que por vuestro nombre os llama
que por vuestro nombre os llama...
Que no hace más que
hablar de vos
desde la aurora
hasta el ocaso del día,
desde la aurora
hasta el ocaso del día.

ROSINA
¡Sigue, querido, por favor, sigue

FÍGARO
Oíd. ¡Ah! ¿Qué os parece?

CONDE
¡Oh, qué feliz soy!

FÍGARO
Muy bien, vamos, seguid.

CONDE
El amoroso y sincero Lindoro
no puede daros,
amada mía, un tesoro.
No soy rico,
pero un corazón os doy,
un alma amante,
que fiel y constante,
que fiel y constante,
por vos sola suspira,
desde la aurora
hasta el ocaso del día,
desde la aurora
hasta el ocaso del día.
ROSINA
La amorosa y sincera Rosina
de su corazón
Lindo...

(Alguien coge a Rosina por la
espalda y la obliga a retirarse.
El balcón se cierra.)

CONDE
¡Oh, cielos!

FÍGARO
Hay que deducir que alguien
ha entrado en la habitación.
Ella se ha retirado.

CONDE
¡Maldita sea!
¡Yo deliro! ¡Me enciendo!
¡Oh, a cualquier precio,
verla quiero, quiero hablarle!
Ah, tú debes ayudarme.

FÍGARO
¡Ji, ji, qué furia!
Sí, sí, os ayudaré.

CONDE
Bravo. Hoy mismo quiero
que me introduzcas en la casa.
Dime ¿cómo lo harás? ¡Vamos!
Veamos alguna proeza
de tu ingenio.

FÍGARO
¡De mi ingenio!
Bueno... ya veremos... pero hoy...

CONDE
¡Vamos ya te entiendo!
Vamos, no dudes,
por tus fatigas
tendrás amplia compensación.

FÍGARO
¿De veras?

CONDE
Palabra.

FÍGARO
Así pues, ¿oro a discreción?

CONDE
Oro a montones. Ánimo, vamos.

FÍGARO
Estoy dispuesto.
Ah, no sabéis los simpáticos
efectos prodigiosos
que para complacer
a mi señor Lindoro
produce en mí
la dulce idea del oro.
¡La sola idea de ese metal
poderoso, omnipotente,
en un volcán mi mente
ya empieza a convertir!

CONDE
Anda, veamos, anda,
veamos de ese metal
algún efecto,
algún efecto sorprendente;
del volcán,
del volcán de tu mente
veamos alguna muestra,
alguna muestra singular.

FÍGARO
Vos deberéis disfrazaros,
por ejemplo, de... soldado.

CONDE
¿De soldado?

FÍGARO
Sí, señor.

CONDE
¿De soldado? ¿Y qué hago?

FÍGARO
Hoy llega un regimiento.

CONDE
Sí, el coronel es amigo mío.
FÍGARO
Pues estupendo.

CONDE
¿Y luego?

FÍGARO
¡Caramba!
Con la boleta de alojamiento
esa puerta se abrirá.
¿Qué decís de eso, señor mío?
¿No os parece una buena idea?

CONDE, FÍGARO
¡Qué idea tan excelente!
¡Bravo, bravo,
buena, buena,
de verdad!

FÍGARO
Poco a poco, ¡otra idea!
Ved el oro lo que hace.
Borracho, si, borracho
señor mío, os fingiréis.

CONDE
¿Borracho?

FÍGARO
Sí, señor.

CONDE
¿Borracho? ¿Por qué?

FÍGARO
(imitando las acciones de un
borracho)
Porque de uno
que no esté en sus cabales,
que está a punto caerse
de tanto vino,
el tutor, creedme,
el tutor se fiará.

CONDE, FÍGARO
¡Qué idea tan excelente!
¡Bravo, bravo,
buena, buena,
de verdad!
CONDE
¿Así pues?

FÍGARO
Manos a la obra.

CONDE
Vamos.

FÍGARO
Pues ánimo.

CONDE
Voy.
Oh, me olvidaba
de lo más importante.
Dime, tu tienda,
para encontrarte, ¿dónde está?

FÍGARO
¿La tienda? No tiene pérdida;
fíjese bien; aquí está.

(señalando a lo lejos)

Número quince a mano izquierda,
cuatro escalones, fachada blanca,
cinco pelucas en el escaparate,
encima un cartel "Pomada fina".
Cartel azul a la moderna,
y como enseña una linterna.
Allí sin duda me encontrará.

CONDE
Entendido.

FÍGARO
Ahora vaya rápido.

CONDE
Tú, vigila bien.

FÍGARO
Yo me ocupo del resto.

CONDE
En ti confío.

FÍGARO
Allí le espero.
CONDE
Querido Fígaro...

FÍGARO
Entendido, entendido.

CONDE
Llevaré encima...

FÍGARO
La bolsa llena.

CONDE
Sí, lo que quieras,
pero el resto luego.

FÍGARO
Oh, no lo dude, todo irá bien.

CONDE
¡Ah,
de amor la llama siento,
anunciar júbilo y contento!
Con un ardor insólito
mi alma se enciende
y me hace mayor de lo que soy.

FÍGARO
¡Ya oigo el son de las monedas!
¡Ya llega el oro, aquí está!
¡Ya llega la plata,
aquí está, baja al bolsillo,
aquí está!

(Fígaro entra en la casa del doctor
El Conde sale.)

FIORELLO
¡Viva mi dueño!
¡Dos horas de pie,
como un palo me ha hecho esperar,
y luego... me planta y se va.
¿Por Baco! Mala cosa servir
a un amo como éste,
noble, joven y enamorado.
Esta vida, caramba,
es un gran tormento.
No me siento capaz
de seguir así mucho tiempo.

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